Joel

Joelfoto by Pannonica
Joel
foto by Pannonica

L’anima libera è rara ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando le sei vicino.

(C. Bukowski)

Joel viveva da solo nel bush dell’isola, in una capanna senza acqua corrente né elettricità. Lo conobbi durante un viaggio nell’America meridionale, per una sua tentata (e conclusa) vendita di oggetti in legno intagliati a mano da lui stesso.

Viveva così. Aveva imparato ad intagliare il legno con un coltellino microscopico e vendeva le sue opere ai turisti. Ogni mattina “allestiva” la sua boutique all’ombra di un albero, sulla spiaggia. Arrivava in tarda mattinata, con un sacco sulla spalla dal quale tirava fuori la mercanzia che appendeva ai rami, una bibbia e un immancabile sacchetto di ganja con cui riempiva la pipa che fumava durante la lettura.

Diventammo amici, Joel ed io. I like your soul, mi diceva spesso durante le nostre elucubrazioni sul senso della vita. Credo anche che fosse l’unica cosa che gli piacesse di me, dato che aveva scelto la castità già da qualche anno per motivi che non sto a raccontare.

Ho fatto parecchi viaggi da sola, ho conosciuto tanta gente ma nessuno libero come Joel. Era felice come uno che aveva tutto, eppure tutto quello che aveva stava nel sacco che portava in spalla ogni mattina.

Sono passati tanti anni da allora ma, quando nella faraonica impresa di digitalizzare tutti i miei vecchi scatti ho avuto tra le mani questa sua foto, mi sono ritrovata catapultata nella sua boutique sotto l’albero mentre tento di convincere alcuni turisti italiani a prendere anche il portacenere e la mangiatoia, oltre alla coppia di uccellini intagliati, mentre lui assiste alla nostra trattativa senza capire una parola di italiano, fumando divertito la sua pipa.
Sto bene di nuovo solo a guardare la sua foto.

Ciao, Joel. I like your soul, too.

37 pensieri riguardo “Joel

  1. Che scatto splendido!
    Hai catturato l’anima di Joel e ce l’hai mostrata!
    Mi è piaciuto tanto il tuo post che hai iniziato con parole splendide di C. Bukowski.
    Complimenti sinceri!
    Ti sorrido
    gb
    Che bello entrare in un blog come il tuo!

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      1. Meriti tutto ciò che ti ho scritto!
        Riconosco il “talento” dove lo incontro!
        …e mi piace l’umiltà.
        Buon fine settimana
        gb
        NB Più le persone hanno intelligenza e sensibilità e più sono “modeste” veramente!

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  2. Ecco, il tuo post mi suscita un ricordo. Isola di Jamaica, Dicembre 1999. Da Monteco Bay il nostro Autista (Paul) ci porta a Negril: Tende, capanne, venditori di paccottiglia, cocco da bere, conchiglie, temporale improvviso, una venditrice di tavolette dipinte mi scaccia in malo modo perchè vuole essere pagata per le riprese con la mia telecamera. Sulla lunga spiaggia bianca e deserta camminiamo io ed il giornalista senza nulla da fare, riprendo le onde, mucchi di conchiglie, palme. Da lontano vedo due minuscole figure venirci incontro e quando arrivano sono un vecchio nero e secco che trascina un contabasso molto più grande di lui e un ragazzino con appeso al collo il rullante di una batteria. A beneficio della mia camera eseguono quel brano classico della loro terra che é “woman no cry” . Che dire? Erano soltanto due voci, un contrabasso ed un rullante, ma quanta dolcezza, quanta armonia riuscivano a sostenere, quanta emozione !!! Una lunga spiaggia deserta, un cielo grigio, quattro persone, un contrabasso, un rullante e una telecamera e…. non mancavano altri strumenti per l’orchestrazione, proprio no, non servivano chitarre o tastiere o fiati. Bastavano da soli ti assicuro.

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    1. quello che hai raccontato è qualcosa di veramente prezioso, sai? e non solo hai vissuto un’esperienza preziosa ma hai avuto la fortuna di poterla riprendere con la tua telecamera, dandoti la possibilità di rivivertela tutte le volte che vuoi. sono d’accordo con te, nessun altro strumento musicale era necessario, era tutto perfetto così com’era e come hai saputo amabilmente raccontarlo qui.
      ché se avessi una faccia un po’ più tosta, ti chiederei di farne un video e di postarlo sul tuo blog per dare la possibilità anche ai tuoi lettori (me inclusa) di vivere quel momento di rara perfezione.
      ma io non ho la faccia tosta… 😉

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      1. Proverò. Purtroppo è materiale della televisione per la quale lavoravo e non tanto facilmente mi permetterebbero di usare. Ma dovrei avere in casa dei vecchi nastri VHS sui quali ho a suo tempo copiato parte dei reportage fatti negli States e forse ci ho ficcato anche la Jamaica e Cuba. Mi attiverò subito.

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