Consenso

Dovevo leggere poesie
in un caffè di Venice
ma arrivammo in anticipo
per cui le dissi,
facciamo due passi in riva al mare
e beviamoci una birra,
così passeggiammo sulla sabbia
e c’erano uomini che pescavano
e c’era l’oceano
e bevvi una bella birra
e poi dissi,
torniamo indietro e camminiamo sul lungomare
e andammo verso est
e poi notai un tipo tutto solo
con le spalle al mare.
E lui tirò fuori una tromba
suonò una breve e quieta melodia,
e basta.
Quindi rimase lì fermo
con le spalle al mare.
Mi feci un altro drink,
e proseguimmo. Poi, tornando indietro,
lo rivedemmo,
lui tirò fuori di nuovo la sua tromba
e suonò la stessa
quieta, triste melodia, finì,
e se ne restò lì,
con la tromba appesa in mano.
Faceva caldo nel caffè
e recitai come si deve la mia roba
e la feci franca,
scesi dalla pedana
e dopo un po’ eravamo di nuovo in macchina
guidando verso casa.
“reciti bene,” disse lei.
“massì,” dissi io, “grazie.”
Ma per conto mio,
quella serata l’aveva vinta il trombettista,
carezzai il rotolo di banconote in tasca,
il mio compenso,
e pensai che quella sera
avevo incontrato uno più forte di me
e aveva vinto il migliore,
era andata come doveva andare,
ma questo lo sapevamo soltanto
io e lui.

 

(C. Bukowski)

9 pensieri riguardo “Consenso

    1. intendi con meno spazio al pianoforte, penso (il pianoforte è uno strumento che trovi quasi sempre nel jazz, piano-cbasso-batteria sono pressoché onnipresenti!!).
      faccio un giro su youtube e ti aggiorno.

      p.s.: anche se è uno spazio condiviso col pianoforte, il mood della tromba in questo pezzo è comunque moooolto bukowskiano, secondo me. 😉

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